Max Parisi Personal Branding | Inspired - Motivation - Photos | Arte - Spettacolo - Web Influencer - Moda e Tendenze - Comucicazione Visiva - News - Musica & Spettacolo

Home » Blog | News » Gerolamo Sacco: “dobbiamo ripartire da noi stessi”

Gerolamo Sacco: “dobbiamo ripartire da noi stessi”

Gerolamo Sacco: “dobbiamo ripartire da noi stessi”

Rosa Spampanato ha intervistato per il Magazine MaxParisi 2.0 Gerolamo Sacco attualmente in radio, e disponibile sulle piattaforme di streaming e in digital download “MOMO (QUI)”, il nuovo singolo del cantautore e produttore musicale bolognese. Il brano vede una collaborazione inedita per la scena indie: la musica e la voce di Gerolamo Sacco con la penna di Jacopo di Donato, meglio conosciuto come Senatore Cirenga.

Ecco a voi l’intervista.

Ciao Gerolamo e benvenuto tra le pagine di MaxParisi2.0 “MOMO (QUI)”, il tuo nuovo singolo(terzo estratto dal concept album “Mondi Nuovi”) Ti va di raccontarci come nasce?

Ciao, grazie a voi! Momo nasce quando ho avuto la necessità di raccontare la sensazione adrenalinica che si ha quando si perde qualcosa e bisogna reinventarsi. In un mondo materiale, abitudinario, a volte non ci rendiamo conto di quanto le abitudini possano essere delle dolci trappole, così ci si riscopre in momenti strani. Nel brano il casus belli è una storia d’amore: quando si perde l’amore il mondo ci crolla addosso, all’improvviso dobbiamo ripartire da noi stessi; il protagonista della storia, Momo, torna nei luoghi della memoria e scopre nuove energie: questo è il terzo e ultimo brano “terrestre” dei Mondi Nuovi, perchè nella canzone successiva il protagonista partirà per lo spazio. Nel video, che uscirà fra pochi giorni, vedrete un ballo in una città semi-deserta: vi giuriamo che non avevamo previsto che succedesse davvero, volevamo semplicemente raccontare il punto di vista del protagonista: la coppia che balla rappresenta il suo ricordo. Musicalmente è nato tutto dal giro swing…Quel giro per me è evocativo di tantissime emozioni, è protettivo ma anche dinamico, è malinconico ma allo stesso tempo ha un’energia fortissima. L’ho creato io lavorando nota per nota dei campioni jazz, volevo esattamente quelle note con quel suono, quella sensazione, quel mood.

Il brano vede una collaborazione inedita per la scena indie: la musica e la voce di Gerolamo Sacco con la penna di Jacopo di Donato, meglio conosciuto come Senatore Cirenga. Come inizia la vostra collaborazione?

Ci siamo conosciuti tre anni fa con Miraloop, la mia casa di produzione discografica, quando ha presentato il suo progetto Licorice all’etichetta pop, Miraloop Hearts. Allora studiava a Torino, e Licorice secondo me riflette molto quella città: testi in inglese, atmosfere dark, tanti synth. I primi brani che abbiamo realizzato sono stati Grace, Motionless, Be My Only Karma e Reconcile! Poi, poco più di un anno, ha avuto una specie di illuminazione: inizia a spostare attenzione ed energie sulla canzone italiana e ha creato un nuovo progetto, Senatore Cirenga. “Il Senatore” debutta con Miraloop con il singolo con “Attese” e “il Banco Vince” nel 2018, e quel singolo per me è stata una svolta, cercavo da tanto tempo qualcuno che intendesse la musica italiana come la intendevo io: “Il Banco Vince” in particolare per me è un cult assoluto! In quel periodo si è trasferito a Bologna, ci siamo trovati spesso nel nostro studio di registrazione in via Stalingrado e abbiamo incominciato a fare tante cose insieme, sia lui per il mio progetto sia io per il suo. In Mondi Nuovi abbiamo lavorato a quattro mani 6 dei 15 brani che compongono il disco e proprio ora che Momo esce nelle radio, in studio sto lavorando al suo primo album Semantica, che uscirà con Miraloop questa primavera.

Inizi ad appassionarsi di musica a 19 anni e a 21 anni entri alla Media Records alla corte di Gigi D’Agostino con cui lavorerai 5 anni come produttore e ideatore. Ripensandoci ora, come ricordi i tuoi inizi?

Al tempo iniziare a fare musica elettronica era un’impresa. Mi ricordo che andavo in giro tra musicisti e compagni di scuola per capire come si faceva! Mi aiutarono due compagni di scuola appassionati di informatica, Alessio ed Emanuele, uno mi rivelò l’esistenza del “sequencer” (programma per fare musica, ndr), il Cakewalk, l’altro mi fece arrivare una scheda audio che memorizzava i “sample” dagli Stati Uniti. E con quello ci facevi le demo, non potevi chiudere un disco: per chiudere un disco avevi bisogno di uno studio, perchè ogni strumento doveva essere fisico e connesso con gli altri. Per intenderci, per fare una traccia con 7 linee strumentali, avevi bisogno di 7 strumenti, e poi non lo registrava il computer, dovevi registrarlo tu su un nastro! Cominciai a registrare cassettine di pezzi solo con suoni campionati e andavo in giro a farle sentire. Uno di questi che ebbe in mano una mia cassettina fu un certo Michel, conosciuto a Zurigo: lo ribeccai in bicicletta a Bologna e fu lui fu il primo a portarmi in uno studio vero. Quando è uscito il primo vinile mi ricordo che feci cinquecentomila lire di proventi e invece che farmi pagare in soldi mi feci pagare in strumentazione, gli chiesi una tastiera. Con quella tastiera sono riuscito a chiudere un cd di demo che mandai a Gigi D’agostino, allora era il leader mondiale della musica elettronica: mi rispose con un sms fantastico.

Un anno dopo vivevo a Brescia dove c’erano gli studi, lavoravo anche di notte.

Prima di salutarci e ringraziati per la tua intervista su MaxParisi2.0, ti chiedo: quali i tuoi progetti per questo 2020?

Con Miraloop abbiamo decine e decine di progetti di diverso genere. Ci sono cose da colonna sonora cinematografica come musica elettronica, album indie pop e progetti sperimentali. Stiamo diventando una specie di centro di ricerca, tipo Dharma…Avete presente Lost? Io coordino tutte le attività e nel frattempo sto continuando a scrivere canzoni perchè non posso farne a meno. Nel frattempo sto anche formando un gruppo uno spettacolo dove le canzoni di Mondi Nuovi e Alieno (il primo album da cantautore, ndr) sono unite in una storia unica!