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Sean White: “La Costellazione del Dragone”

"Ci sono quasi 400.000 cinesi in Italia, ma ho l'impressione che la maggior parte degli italiani sappiano molto poco di noi"
Sean White: “La Costellazione del Dragone”

Rosa Spampanato ha intervistato per il Magazine MaxParisi 2.0, lo scrittore cinese Zhang Changxiao (nome d’arte Sean White), autore del libro appena uscito “La Costellazione del Dragone” (edizioni Piemme), arrivato in libreria durante l’emergenza coronavirus. Si tratta di una sorta di “enciclopedia” del popolo cinese in Italia, in grado di offrire innumerevoli spunti di riflessione e una prospettiva originale su questioni che spesso sfuggono alla nostra comprensione.

Buona lettura a voi.

Zhang Changxiao (nome d’arte Sean White)benvenuto tra le pagine del nostro Magazine. Autore del libro appena uscito “La Costellazione del Dragone” (edizioni Piemme), le va di raccontarci come nasce l’idea di questo progetto?

L’anno scorso, la casa editrice Piemme mi ha contattato e mi è stato proposto di scrivere un libro sulla mia vita da cinese in Italia. Ho pensato che sarebbe stata una bellissima opportunità per approfondire i rapporti tra Italia e Cina. Ci sono quasi 400.000 cinesi in Italia, ma ho l’impressione che la maggior parte degli italiani sappiamo molto poco di noi, e spesso si ricorre a stereotipi, come che i cinesi mangino carne di cane, piuttosto che approfondire una vera conoscenza. Perciò con questo libro mi sono dato l’obiettivo di fare conoscere la cultura cinese, e dei cinesi in Italia, facendo al tempo stesso stesso divertire e rilassare il lettore.

Nel comunicato si legge: “Questo libro rivela la mentalità, l’amore, la famiglia e lo stile di vita dei cinesi, la loro anima.E da questo incontro tra culture, abbiamo tutto da guadagnare.” Ci spieghi.

Ritengo questo libro sia come una piccola enciclopedia per aiutarvi a capire la cultura cinese. È facile e divertente. Ho trattato molte domande che incontriamo spesso nella vita di tutti i giorni, come ad esempio: perché i cinesi hanno un nome italiano? Come gustare il vero cibo cinese? Ai cinesi piacciono davvero solo il lavoro e il denaro? Una serie di domande, sulla famiglia e i valori sentimentali dei cinesi, per darvi qualche spunto di riflessione attraverso le piccole storie della vita, per cambiare gli stereotipi, per capire meglio la mentalità cinese. Per fortuna ho ricevuto molte lettere da parte dei lettori, e questo libro dà loro molte informazioni.

 

“L’infezione coronavirus si è creata in Cina, ma poteva accadere ovunque e quindi non è giusto affrontarla come un problema cinese.” Cosa crede sia possibile fare per cambiare questa mentalità?

Questo cambiamento di mentalità è molto difficile. Bisogna aumentare continuamente la comprensione reciproca, gli scambi e la comunicazione tra la Cina e l’Italia. Penso che se il virus fosse nato nelle città italiane, la reazione dei cinesi sarebbe più o meno simile a quella degli italiani attualmente. Molte persone proverebbero empatia verso l’Italia e cercherebbero di aiutare, mentre altri, per paura e ignoranza, potrebbero purtroppo discriminare e cercare di stare lontani dagli italiani. Così penso che sarebbe in qualsiasi Paese, la discriminazione è ovunque, non appartiene a un solo popolo, e nasce quando viene meno l’empatia e manca la conoscenza dell’altro; come superarla? Questo è un dilemma che accomuna tutta l’umanità.

Quando è arrivato per la prima volta in Italia, ha avuto la fortuna di incontrare la musica di Fabrizio De André. Le va di raccontarci un po di lei e dei suoi primi anni qui in Italia?

Ho sempre pensato che venire in Italia e ascoltare la musica di Fabrizio De Andre fosse un dono di Dio. Quando sono venuto in Italia la prima volta, ero al verde e non avevo amici. Ho iniziato a introdurre la musica italiana in Cina e molte persone si sono opposte. Come disse una volta un ex ministro della Cultura italiano, la cultura non può comprare cibo! Ma dopo tre anni di solitudine, ho completato il mio primo libro sui musicisti italiani, che è stato riconosciuto sia dalla Cina che dall’Italia. Così ho iniziato a intraprendere con decisione il cammino dello scambio culturale tra i due Paesi. La vita è cambiata, grazie all’Italia!

Scrittore, critico musicale, mediatore culturale fra Italia e Cina. Come riesce a coniugare il tutto?

Ricordo che Fabrizio de André una volta disse: “una persona non può decidere la sua carriera prima dei 40 anni”. Io ho alcuni amici italiani che di giorno lavorano in banca o a scuola e la sera suonano nei bar. Penso che sia davvero bello! La vita di una persona può offrire molte scelte, non limitate a un solo stile di vita: ognuno può sperimentare una vita diversa. La nostra professione può cambiare continuamente, ma c’è una cosa che ci accomuna: osiamo rompere la routine e creare costantemente una nuova persona. E fare ciò che ci piace! Così come io posso essere uno scrittore o un critico letterario, questo è solo un nome, fintanto che si riesce ad essere un’autentica versione di noi stessi, questo è sufficiente!

Prima di salutarci e ringraziarla per la sua intervista le chiedo: Quali i suoi progetti per questo 2020? Magari un altro libro?

Nel 2020, spero che il “2019-nCoV” in Cina finisca al più presto. Quest’anno ricorre il 50° anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia. Spero di fare un tour nazionale in Italia per il mio nuovo libro “La costellazione del dragone” dal nord al sud, per raccontare agli italiani la cultura cinese e altri dettagli interessanti. Se possibile, ho intenzione di pubblicare un romanzo. L’ho preparato per dieci anni, e c’è un vecchio detto in Cina “Un decennio per l’ affilatura della spada”. Spero che questo libro esca presto.

Il Magazine MaxParisi2.0 ringrazia

Alina Cebotari e Dario Mondini per la Collaborazione.