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Stefano Ardenghi, “ho sempre respirato musica”

"c’è molta buona musica nascosta che merita di arrivare alle nostre orecchie a al nostro cuore"

Rosa Spampanato ha intervistato per il Magazine MaxParisi Stefano Ardenghi.

In radio dal 18 Ottobre con “LA CONSAPEVOLEZZA” il nuovo album dove all interno possiamo trovarci dieci tracce d’autore che partono da una situazione personale per arrivare ad un senso comune, più collettivo. Nel 2012 Ardenghi si piazza tra i 10 finalisti al “Sanremo Soundcheck” nei giorni del Festival della canzone italiana con il brano “Come te” che verrà segnalato dagli esperti del settore come “brano più radiofonico”.

Tanti i premi ottenuti da questo cantautore che ora ci racconterà in questa bellissima intervista.

È un piacere averti tra le nostre pagine raccontaci un po di te e di come nasce la tua passione per la musica.

“Nasce sin da piccolo; sono cresciuto in una famiglia dove ho sempre respirato musica (mio padre era chitarrista semi-professionista). A 4-5 anni ascoltavo e cantavo Baglioni, a 10 il primo palco e a 14 le prime canzoni, talmente brutte, che tengo rigorosamente nel cassetto per non scioccare nessuno. Poi arrivarono le prime cover band, per approdare successivamente alle interpretazioni di brani inediti (scritti essenzialmente da Tiziano Ravasi e Michele Bellagente), all’interno del Ti&Mi group dal ’98. Per la pubblicazione del mio primo album “Momentaneamente assente” ho dovuto attendere il 2011; sono sempre stato molto timido nell’espormi. ”

Nel 2014 con la band Ti&Mi vinci il Premio Lunezia. Quali le tue emozioni?

Le emozioni in merito non le conto da quanto sono state numerose: il grande palco, i grandi ospiti e la piazza sterminata di gente sono sicuramente da ricordare, ma soprattutto tengo nel cuore il volto e l’anima di chi c’era all’epoca e che, purtroppo, ora non c’è più. Mi riferisco a Tiziano Ravasi, scomparso prematuramente l’anno scorso dopo una lunga malattia, che è stato il fondatore e l’autore principale del progetto Ti&Mi group, assieme al pianista Michele Bellagente.

La consapevolezza è il tuo nuovo album. Come nasce l’idea di questo nuovo progetto?

L’idea scaturisce dalla perdita, dalla ricerca e dal ritrovamento della consapevolezza, senza averne tuttavia la certezza e la presunzione della sua assoluta acquisizione, in differenti ambiti della vita. Viviamo tempi precari sotto diversi aspetti e, nemmeno io, ne sono esente; il disco parte da situazioni personali per sfociare in tematiche più collettive: la ricerca costante e quotidiana della consapevolezza passa inevitabilmente nel rapporto con gli altri.

Far musica e vivere per la musica inevitabilmente ti porta a dei sacrifici. Quindi ti chiedo: quanti e quali sacrifici per amore della musica?

Tantissimi sia in termini economici che affettivi. Chi si pone con ostracismo o con invadenza tengo ad allontanarlo, solitamente, in qualsiasi ambito della vita; questo atteggiamento ultimamente lo tengo anche per cercare di difendere la mia musica. Sono per un dialogo empatico che implica l’ascolto e l’immedesimazione nell’altro, senza forzature.

Chi o cosa ispira la tua musica?

I cantautori e le sonorità internazionali dagli anni ‘70 ai ’90. Il rock di quel periodo, pur piacendomi molto, non riesco però ad esprimerlo per indole e stampo caratteriale; se lo facessi non risulterei credibile, a partire dalla mia voce che non è né sporca né potente. Mi piace unire contenuto (profondo o leggero) a sonorità eleganti: un connubio per me imprescindibile.

Quali i tuoi progetti futuri?

A breve uscirà un particolare video lyrics di “Restare Indifferenti”: l’attuale singolo, secondo estratto da questo album, dopo “La consapevolezza della fine” uscito in tarda primavera.
Oltre all’uscita dell’album in versione CD a novembre, la promozione dell’intero progetto occuperà la maggior parte delle energie nei prossimi mesi. L’obbiettivo è portare nei live e in qualche evento la propria musica nel 2020; dopotutto si scrive e si incide per poi tornare fra la gente.

Un ultima battuta prima di salutarci e ringraziati, dicci cosa desideri da questo album?

Mi piacerebbe molto che questo album venisse ascoltato, senza pregiudizio, a prescindere dal mio numero esiguo di followers. Di questi tempi, tutti dovremmo imparare ad ascoltare qualcosa di diverso; c’è molta buona musica nascosta che merita di arrivare alle nostre orecchie a al nostro cuore; svincolarci dalla “dittatura dei numeri” (spesso pompati) che ci condiziona a priori, sarebbe già qualcosa di positivo.

Grazie a voi!!