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Alina Cebotari: “Mozzafiato”

"Mozzafiato lo dedico a mia sorella più piccola"
Alina Cebotari: “Mozzafiato”

Rosa Spampanato ha intervistato per il Magazine MaxParisi 2.0 Alina Cebotari, giovane autrice del romanzo “Mozzafiato”. Ecco a voi la nostra chiacchierata.

Ciao Alina e benvenuta tra le pagine di MaxParisi2.0. Raccontaci un po di te.. Chi è Alina? 

Ciao e grazie per il vostro interesse. Chi è Alina?

25 anni, nata sotto il segno della bilancia, sono una studentessa di lingue, appassionata da sempre di libri. Mi piace scrivere e leggere, viaggiare e fare foto. Sono nata in Moldavia ma attualmente vivo a Brescia. Potrei definirmi estroversa perché mi piace uscire e conoscere nuove persone, ma ho anche giorni in cui preferisco chiudermi in casa a leggere un buon libro oppure uscire a camminare da sola con i miei pensieri. A volte sono troppo buona, il più delle volte sono indecisa ma mi mostro (quasi) sicura di me stessa. Sogno tanto e questo di solito mi salva.

Autrice del libro “Mozzafiato”, sapresti dirci quando sboccia in te la passione per la scrittura?

Per me la passione per la scrittura è nata forse proprio con quel diario. Quel contesto e quel periodo sono stati le fondamenta di quello che sono io oggi. Dentro di me c’è ancora quella ragazza che a tredici anni è arrivata spaesata in Italia, non voleva venire qua ma dicevano fosse meglio così, per il suo futuro. Sono arrivata insieme a mia sorella a Cuneo, dove mia madre era già da un po’. Era un’età delicata, avevo iniziato da poco ad avere un gruppo di amici e fare programmi per il futuro. E poi niente. Mi sono ritrovata in un paese di cui non conoscevo la lingua, non conoscevo nessuno e in realtà non ero nemmeno curiosa. Rivolevo i miei amici, i miei cugini, la mia casa. Così ho iniziato a scrivere di loro. Poi ad un certo punto mi sono resa conto che scrivendo il dolore aumentava e ho smesso per iniziare ad amare l’Italia e tutto ciò che ha saputo offrirmi. Non so bene se sia stato il momento decisivo, perché in realtà anche prima mi capitava di scrivere poesie o vari pensieri. Più che altro, pensavo fosse normale, pensavo lo facessero tutti. Ancora oggi tendo a pensarlo.

Ma come, gli altri non devono scrivere per stare meglio?! Ma pensa…

Chi o cosa ha ispirato “Mozzafiato”

Quella ragazza di tredici anni è cresciuta e un giorno ha iniziato l’Università. Ha scelto la facoltà di Scienze linguistiche perché ha sempre avuto un debole per le lingue. Pensava di cavarsela con il tedesco, poi ha capito non fosse per niente come lo spagnolo. Così un giorno ha deciso di andare in Germania per stare in una famiglia e imparare meglio la lingua. Così ha iniziato a scrivere di Norimberga, e camminando tra le sue vie, ha pensato a Maya, ad Adam e alla loro storia d’amore.

Così è nato “Mozzafiato”.

Fai parte di ESN Brescia, di cui ora sei il vicepresidente. Raccontaci. 

Il terzo anno di Università ho svolto un semestre Erasmus all’estero, sempre in Germania, e mi sono trovata così bene da fare anche la tesi lì. Dopo quasi un anno, tornare a casa è stato difficile perché mi mancava l’ambiente internazionale. Mi mancava stare a contatto con persone da tutto il mondo e parlare varie lingue. Così ho scoperto ESN, un’associazione che organizza eventi per gli studenti Erasmus, inutile dire che poi non ho potuto farne a meno e ora da vicepresidente posso mettermi alla prova e vedere cosa riesco a fare. È stimolante! Non mi è mai piaciuta la monotonia.

Nella sinossi di Mozzafiato si legge “Maya è una ragazza italiana che non riesce a trovare la sua strada. Da quando sua sorella è morta in un incidente, lei non ha più ritrovato del tutto la sua serenità.”  Sbaglio o in questa frase c’è tanto di Alina e del suo percorso personale?

La cosa più difficile per uno scrittore, secondo me, è nascondere del tutto la sua personalità. Mi piacerebbe riuscirci, ma non sempre sono così brava. Abbiamo tutti un periodo in cui siamo un po’ come Maya, in cui mettiamo in dubbio tutto e ci chiediamo qual è il nostro scopo nella vita. Maya non ha più ritrovato la sua serenità dal giorno in cui sua sorella è morta, ma in realtà anche per un sacco di scelte sbagliate che hanno segnato la sua strada. Diciamo che con Maya ho immaginato quanto potrebbe essere grande il dolore di perdere qualcuno così caro come una sorella. E non lo so, probabilmente questo mi ha fatto sentire del tutto persa. Piccola curiosità: questo libro l’ho dedicato proprio a mia sorella più piccola, perché immaginarmi una vita senza di lei è stato più difficile del previsto. Diciamo che Maya non è Alina, perché ho cercato di renderla diversa da me, così come sua sorella non è per niente come mia sorella. Ma a tratti in questo libro ho lasciato anche dei miei pensieri, spacciandoli per quelli di Maya. Per quanto riguarda il mio percorso personale, ho avuto anche io un periodo di smarrimento durante l’Università, perché ho sempre studiato le lingue collegate all’economia. Mi piaceva, ma non era il mio ambito. Sto rimediando con la specialistica, perché ora ho scelto Lingue per la traduzione e l’editoria.

Prima di salutarci e ringraziarti per la tua intervista su MaxParisi2.0 ti chiedo: ” Quali i tuoi progetti per questo 2020? “

Il mio primo proposito per l’anno era: pubblicare un libro. E l’ho realizzato già il 23 febbraio, quando “Mozzafiato” è stato pubblicato da Scatole Parlanti. Ora mi trovo quasi in difficoltà! Per fortuna sogno tanto, e posso dedicarmi ad altri progetti. Qua mi ricollego alla prima domanda e a quella ragazza spaesata appena arrivata in Italia. Dopo anni e anni, sono riuscita a riprendere quel diario e farlo diventare un libro. Ora, durante il 2020 vorrei concentrarmi su quello e soprattutto mi piacerebbe passare un po’ di tempo in Moldavia e scrivere del mio paese. Vorrei partire camminando per le strade e perdermi tra i miei pensieri per poi metterli giù sulla carta e scoprire cosa dicono.

Grazie MaxParisi2.0 e grazie ai lettori.