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Per aspera ad astra

Per aspera ad astra

Un grande progetto dove l’arte abbraccia il sentimento collettivo: per Aspera Ad Astra.

Il progetto prende il titolo dal celebre motto latino Per aspera ad astra (attraverso le asperità sino alle stelle) ed è una esortazione a non abbattersi di fronte agli ostacoli e alle difficoltà. Considerato il periodo di assoluta emergenza che il Paese sta vivendo e a seguito delle restrizioni governative – che per prevenire la diffusione del contagio, impongono a tutta la popolazione di rimanere nelle proprie case – questa frase è stata adottata da un artista visivo per provare ad unire idealmente cuori e menti nella condivisione di un momento quotidiano, dove lo sguardo e l’attenzione, si allontano per un instante dalle preoccupazioni e adottano un pensiero artistico.
L’iniziativa nasce dalla sensibilità di Mario Vespasiani, il quale ha pensato di trasformare il suo sentimento di vicinanza e di incoraggiamento in una surreale mappa dell’universo quotidiano da costruire insieme. Invitando ciascuno a scattare una fotografia originale e inaspettata di un particolare del luogo ove ci si trova a vivere, che sia interno o che si scorge dalla finestra. Il senso del lavoro è quello di catturare i dettagli astratti e carichi di colore di cui ciascuno è protagonista e scopritore (quindi non foto illustrative di oggetti riconoscibili come cose, volti o paesaggi).
Lo scopo dell’iniziativa è sia di sensibilizzare all’osservazione profonda e meravigliata di ciò che abbiamo intorno e che spesso non notiamo minimamente, ma anche di costruire un mega-racconto che nasce da una condizione di quiete. Viene richiesta una sola immagine per ciascuno, la quale inizialmente sarà pubblicata in rete e poi con le altre formerà un’opera collettiva a tutti gli effetti. Per aspera ad astra richiama anche un ulteriore elemento significativo, ossia il cercare le forme astratte nel mondo visibile degli oggetti.
L’idea prosegue la ricerca di Mario Vespasiani nell’indagine del mondo, interiore ed esterno, dell’infinitamente grande come del minuscolo, in un percorso artistico ventennale che lo ha visto affrontare scienza e spiritualità, sapienze orientali a quelle occidentali e collaborare con le maggiori istituzioni e con autorevoli studiosi di varie discipline. In un momento così delicato, l’artista ha scelto di fare rete non solo tra gli operatori del settore, colpiti nella maniera più dura e forse anche più profonda dalle conseguenza di questo morbo, ma anche tra le persone sparse un ogni angolo del paese, di ogni età e livello culturale, per mostrare la bellezza dello stare insieme, nella diversità, anche quando le più impensabili barriere non lo permettono.
Nella carriera di Vespasiani sono stati sempre presenti i colori, in quanto ogni opera ha rispecchiato per lui una particolare descrizione simbolica, data non solo dai temi ma anche dalle tonalità che i suoi abbinamenti trasmettono. L’artista ha puntualmente fatto riferimento all’energia che si manifesta attraverso le vibrazioni cromatiche e spesso, anche per via dei grandi formati adoperati, i suoi dipinti sono stati percepiti come sessioni di cromoterapia. A ciascun partecipante viene perciò richiesto anche di far attenzione alle sfumature dei colori che più lo attraggono, perché nelle cromie come nelle forme astratte, ognuno ritroverà la propria personalità, che nel progetto completo dovrà riconoscere in mezzo a quelle di tutti gli altri.
 
Nella foto: l’installazione monumentale di Mario Vespasiani esposta nel 2019 al Museo Michetti di Francavilla al Mare (CH)
 
Come partecipare:
 
1) Osserva con attenzione quello che ti circonda in casa o che scorgi al di fuori della finestra.
2) Scopri negli oggetti, nei dettagli, nei profili, le forme astratte che attraggono il tuo sguardo.
3) Fotografa in orizzontale il tuo soggetto.
4) Invia la tua migliore foto all’indirizzo: info@mariovespasiani.com
5) Aggiungi (se vuoi) nome, cognome e la città dove hai scattato la foto.
6) Le immagini diventeranno parte di questo grande racconto collettivo.
7) L’opera crescerà sul web e quando raggiungerà una certa ricchezza e varietà diventerà reale.
 
 
Cos’è un’opera astratta:
 
L’arte astratta è fatta di immagini che esprimono concetti attraverso la combinazione i forme, colori e linee, 
si ottiene semplificando sempre più l’immagine, fino a renderla irriconoscibile e affidando ai colori e alle nuove forme che si creano altri significati.
 
 
Dove vedere tutte le immagini:
Instagram – Mario Vespasiani
 
 
Chi è l’ideatore del progetto:
 
Mario Vespasiani 1978, è un artista visivo italiano.
 
La sua prima mostra si tiene quando non ha ancora compiuto vent’anni e ad oggi ha esposto su tutto il territorio nazionale, in gallerie, musei, luoghi di culto e in contesti inusuali. Nel corso del tempo la sua ricerca ha interessato anche studiosi di discipline che vanno dalla teologia all’astrofisica, dall’antropologia alla filosofia. Si esprime attraverso un alfabeto simbolico che si fonda sulle rivelazioni della mistica cristiana e sulla pratica alchemica della pittura. Attento osservatore delle leggi naturali e degli insegnamenti della sapienza orientale, il suo lavoro va inteso come continuazione dell’opera creativa universale, da cui cogliere il sentimento spirituale. Espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma con la mostra Gemine Muse, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d’Autore, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia, sugli artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell’Arte Italiana edito da Giancarlo Politi. Per essere stato tra i primissimi artisti ad aver impiegato la sua impronta pittorica ai nuovi materiali e alle recenti tecnologie, viene inviato nel 2012 dall’Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L’essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all’iPad. Nello stesso anno con le opere realizzate mediante l’iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli e di seguito alle storiche rassegne d’arte nazionali: nel 2014 al Premio Sulmona, nel 2015 al Premio Vasto, nel 2018 al Premio Marche. Durante la sua carriera le sue opere sono state poste in dialogo diretto con alcuni maestri dall’arte italiana, quali Mario Schifano, Osvaldo Licini, Lorenzo Lotto e Mario Giacomelli, in mostre intitolate La quarta dimensione.  Ha esposto nel 2011 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia curato da Vittorio Sgarbi nella sede di Torino e qui con Imago Mundi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Dal 2013 lavora a Mara as Muse, un progetto composto da dipinti, disegni, fotografie, libri e oggetti d’arte, che tratta del rapporto della presenza femminile nell’ispirazione artistica, la cui trilogia è stata presentata a fine 2017 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli, la cui performance si tiene nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno e in un happening sulla cima di un’antica torre. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro interamente dedicato agli scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell’Assunta collegato alla personale Empireo. Nel 2016 è l’ideatore del festival sul pensiero contemporaneo La Sibilla e i Nuovi Visionari. Nel 2017 è stato in mostra a Venezia e Monaco di Baviera nella collettiva Our place in space promossa da NASA ed Esa che prosegue nel 2018 in un tour mondiale. Nello stesso anno organizza Indipendenti, Ribelli e Mistici, una rassegna di incontri interculturali che ha coinvolto numerosi studiosi provenienti da vari ambiti. Sempre nel 2017 il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle ha celebrato il quarantennale con la sua mostra personale dal titolo Fly Sky and Air. Nel 2018 inaugura la mostra Lepanto dedicata alla famosa battaglia, nel Museo Diocesano di Gaeta dove è conservato lo stendardo della flotta. Nel maggio 2019 è stata presentata al Museo d’Arte Contemporanea di Roma (MACRO) la quarantesima pubblicazione dedicata al suo lavoro. Nello stesso anno si tiene la mostra Underworld dedicata al tema dell’inconscio visto attraverso la metafora delle creature marine, successivamente si sono svolte le personali dal titolo Il tempo dei trentasei giusti a Villa Caldogno nel vicentino e al Museo Michetti in Abruzzo, la mostra Eschatology, opere monumentali sul mistero ultimo.