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E li chiamano semplicemente… rapporti di coppia

E li chiamano semplicemente… rapporti di coppia

C’è un argomento, tra tutti quelli studiati, che mi ha sempre affascinato più di ogni altro…

Cosa determina l’unione tra due persone? Perché si sceglie proprio lui per mettere su famiglia, ed unirsi ‘per tutta la vita’?

C’è un qualcosa di estremamente affascinante; gli psicologi lo chiamano ‘patto implicito’. E sarebbe un incontro inconscio di bisogni e desideri e speranze che ciascuno si aspetta di realizzare attraverso la relazione con l’altro.

Ognuno porta con sé un bagaglio, frutto della propria storia familiare e dei ruoli appresi nel contesto in cui è cresciuto, e le aspettative dei propri genitori.

Un po’ come dire: ‘Io sposo in te questo, tu sposi in me quest’altro’, tenendo presente che ciascuno di noi racconta una storia tramandata da generazioni. Una radice che aspetta di trovare terreno fertile nella nuova coppia.

La storia di uno si incontra e si confronta e si scontra con quella dell’altro. E lì, dove c’è una coppia funzionale, c’è un sano spazio in cui poter raccontare anche una nuova versione costituita dalla famiglia appena formata.

Perché spesso è così difficile venirsi incontro, trovare una trama comune, poter riscrivere una nuova storia?

Non siamo solo in due, bensì in sei… I due partners, ed i genitori di ognuno. E tutto ciò va inserito in una cornice culturale, sociale che condiziona ogni comportamento e modo di rapportarsi reciprocamente.

C’è un detto che suggerisce di conoscere la famiglia da cui proviene la persona che si sta frequentando, se si vuol sapere veramente qualcosa di autentico dell’altro. Ed è esattamente così. I modi di fare, di agire, i modelli relazionali appresi, il come si assolvono le funzioni coniugali, la comunicazione, i silenzi…

Bisognerebbe recidere il cordone ombelicale con la famiglia d’origine, per lasciare spazio a sufficienza, trovando una nuova forma di linguaggio.

Non rinnegare il proprio passato; ognuno di noi ne custodisce le tracce, ma sciogliendo nodi e questioni irrisolte per indossare i panni del coniuge, del genitore.

C’è una metafora, a me cara, di un mio docente universitario che paragonava la storia di ognuno di noi alla pagina di un libro; una serie di pagine già scritte prima della nostra, e a seguire, una serie di fogli bianchi che attendono di essere portavoce della nostra nuova storia d’amore. Nuovi semi che germoglieranno ed avranno il nostro timbro.

Pagina fb: Dottoressa Manuela Morra, psicologa, sessuologa, psicoterapeuta